|
27 maggio
2006
Prima 24 ore No Stop mondiale di preghiera
Sabato 27 maggio i pavoniani del Trentino si sono ritrovati presso il santuario mariano "alla Comparsa" di Pinè per pregare nel nome del Beato Lodovico Pavoni. che dedicò la sua congregazione a Maria: i Figli di Maria Immacolata
Con lui e con tutti i pavoniani nel mondo ci siamo uniti in un abbraccio spirituale, in cui i confini di luoghi e tempi si sono, come per incanto, dissolti. Ogni comunità ha pregato per un'ora, cosicché per tutto l'arco delle 24 ore in qualche luogo del mondo qualcuno pregava nel suo nome, per la sua santificazione e per la diffusione del suo carisma.
La giornata era soleggiata e tiepida, così abbiamo potuto pregare proprio nella pineta dove è apparsa la Madonna. È stato davvero un incontro di grande valore, perché erano presenti persone di tutte le età, tutte accomunate in questo importante atto di reverenza e speranza. Molti anche i docenti dell'Istituto Artigianelli di Trento, parecchi accompagnati dai propri bimbi che scorrazzavano allegramente fra i banchi e giocavano sul prato. Per alcuni l'incontro è proseguito poi in un vicino ristorante, perché la devozione può essere accomunata anche alla voglia di allegria.
Anche nell'anno 2007 ripeteremo questa bella esperienza e ci ritroveremo il giorno 26 maggio..
Agosto 2006
Progetto Mal d'Africa
l'amore per questo stupendo continente
… l’Africa non è lontana… l’anima non ha un colore… Inizio così la descrizione del mio breve viaggio in Africa, citando alcune strofe di una nota canzone “Da fratello a fratello”, nel corso del mio racconto scoprirete il perché.
Salve a tutti! Mi chiamo Ferrari Consuelo sono una ragazza di 17 anni, e mi sono innamorata dell’Africa!!!
Vivo a Mezzocorona e il 13 luglio 2006 sono partita per una breve esperienza di 20 giorni in Africa, destinazione Asmara, Eritrea.
Non sapevo ancora bene quello che mi aspettava, quando mi sono iscritta al corso di preparazione, proposto alla mia scuola dal Centro Missionario di Trento.
Assieme a me, hanno affrontato questa esperienza altri cinque miei compagni di classe e due professori.
Il corso, durato circa 6 mesi, ci è servito a capire come affrontate altri tipi di realtà, sicuramente diversa dalla nostra e quindi poterla rispettare.
Apprese le cose basilari si è avvicinata la data della partenza. Purtroppo 2 miei compagni hanno dovuto abbandonarci per dei piccoli problemi sorti all’ultimo momento, ma noi senza scoraggiarci, abbiamo proseguito in questa avventura.
Siamo partiti da Trento, carichi non solo delle nostre valige, ma di speranze, aspettative, paure nell’affrontare questa esperienza. Arrivati a Milano, ci siamo imbarcati sull’aereo diretto in Eritrea. Il volo è stato magnifico, il cielo della sera, che si poteva scorgere dal finestrino dell’aereo, si è colorato con delle meravigliose tonalità di rosso che andavano a sfumarsi nel nero della notte. Ma la cosa ancor più bella è stato l’arrivo. In poco più di 6 ore sono passata dall’Italia all’Africa, l’aria che si respirava tutt’attorno, al primo sbarco dall’aereo era densa di novità e di molta curiosità.
Asmara è la capitale dell’Eritrea e si trova a circa 2400 mt d’altitudine. All’aeroporto, ad aspettarci,
vi erano i due religiosi della comunità Pavoniana, che ci avrebbero ospitato, padre Flavio e fratel Fiorenzo.
L’indomani siamo partiti per il primo giro d’ispezione, per visitare i posti dove avremmo svolto le nostre mansioni.
La comunità Pavoniana possiede diversi luoghi per svolgere le varie attività ricreative ad esempio il Pavoni Social Center, la struttura principale, dove si svolgono giochi all’aperto, si fa teatro, canto, aerobica e artistica, la scuola italiana, usata come struttura scolastica d’inverno e come spazio ricreativo d’estate, i campi recintati chiamati Bdho e Barca, per le varie attività sportive ed infine adoperano anche degli enormi appezzamenti di terra chiamati “campi liberi”.
Gli oltre 700 bambini che partecipavano alle attività sono cresciuti ai margini delle strade, ma non per questo si scoraggiano, riuscivano sempre a sorridere e a regalarti tanto affetto, anche non avendo niente, solo una maglietta vecchia, un paio di pantaloni bucati e dei sandalini rotti.
L’esperienza mi ha dato modo di aprire gli occhi su queste realtà, vedere e provare cosa vuol dire vivere laggiù, con un governo rigido, che toglie la corrente a suo piacimento, con poca acqua, ma nonostante tutto non ci siamo scoraggiati, e la voglia di continuare e dare una mano alle persone più disagiate è aumentata.
Nei momenti liberi abbiamo potuto visitare la grande capitale scoprendo così le varie facce della città, che si suddivideva tra case di pietra e baracche di lamiera e stracci, piccolissime, abitate da famiglie molto numerose, composte per la maggior parte da bambini che vivevano tutto il giorno in strada chiedendo l’elemosina.
Le attività che svolgono in questi luoghi, durano per il mese di luglio. La fine delle attività è segnata dalla grande festa finale, dove tutti i bambini di ogni squadra vengono premiati, con i doni contenuti in 15 grandi borsoni affidatici dalla gente al momento della nostra partenza da Trento.
Ed è in quella occasione che ogni aiuto mandato dalla gente alla comunità Pavoniana viene distribuita.
La cosa più bella è vedere le facce dei bimbi quando ricevono i regali per il corretto comportamento tenuto durante tutto il mese. La realtà in cui vivono non li ha abituati a ringraziare, come accade da noi, ma basta guardarli in faccia e vedere sul loro volto un bellissimo sorriso, non ha importanza quello che ricevono ma i vari indumenti che vengono distribuiti li rendono pieni di gioia e felicità.
A questa esperienza ho dato tanto, ma, ho ricevuto molto di più, mi ha segnato nel profondo e spero tanto di poterla ripetere, magari, l’anno prossimo, con molto più entusiasmo.
Ritornando alle frasi della canzone… “l’Africa non è lontana”, se provate a raggiungerla, e nel cuore avete la voglia di provare a dire “voglio aiutare anche io”, se ci riuscirete vi accorgerete che l’anima ha un solo e vero colore, quello della solidarietà.
|
|